Pasquetta ai “Praiait”

Pasquetta ai “Praiait”, era una tradizione che si perde nella notte dei tempi e si è interrotta con l’avvento della motorizzazione: prima la gente rimaneva sempre in paese ma quando sono arrivate prima le moto e poi le automobili, i carronesi hanno incominciato ad andare fuori a fare la tradizionale merenda di Pasquetta, anche perchè c’era qualche lira in più in tasca. Questi motivi hanno fatto sì che la tradizione si perdesse.

ll “piatto del giorno” della merenda di Pasquetta era la frittata: le famiglie, singole o a gruppi, preparavano la frittata a casa, poi mettevano il tutto nelle “cavagne”. Verso le 14.30, con la banda in testa, si andava ai “Praiait” nel pioppeto di Carlo Crosio (”Barcinat”). La frittata e il vino per la banda lo metteva a disposizione la direzione del Circolo ENAL. Per la banda musicale si preparava una tavola molto lunga, di quelle che servivano anche per fare il salame: la fila di bottiglie era bene in vista… suonare fa venire sete.

Pasquetta ai “Praiait” negli anni ’50

Ognuno stendeva un coperta a terra, poi si apparecchiava: si metteva la frittata, il salame, il vino e mentre la banda suonava si faceva merenda in allegria. I ragazzi giovani improvvisavano poi un partita di calcio in mezzo ai pioppi, quelli più grandi dopo qualche bevuta cominciavano a cantare, qualcuno cercava di ballare mentre la banda suonava. Si andava avanti fino a sera, poi tutti insieme si tornava a casa.

Probabilmente l’ultima volta che si è andati, quasi tutto il paese insieme, a fare Pasquetta con la banda ai “Praiait” è stata nel 1958. Quel giorno a metà pomeriggio è scoppiato un temporale, la gente ha dovuto scappare e rifugiarsi al Circolo. Ma la partecipazione non era già più come gli anni precedenti e molti carronesi erano andati a fare Pasquetta fuori.

Il Centro Ricreativo ha tentato una volta, nei primi anni 80, di ripristinare la merenda ai “Praiait”. Le frittate erano fatte sul luogo, che non era più fra i pioppi del “Barcinat”: si andava ai “Praiait”, poi c’era una “pianca” (passerella) e si passava oltre il ruscello, in un pioppeto di Virgilio Baro. Al mattino si era portato tutto l’occorrente per cucinare e i freezer che funzionavano da ghiacciaia con le bevande. Al pomeriggio i cuochi avevano messo le grandi padelle di ferro al fuoco e preparato grandi frittate, distribuite ai partecipanti che davano un’offerta. Quella volta ci fu la partecipazione di oltre cento persone ma l’iniziativa non ha più avuto seguito per la complessità dell’organizzazione e della logistica.

Si è ancora organizzata la merenda di Pasquetta nei locali del Circolo, ma non è più la stessa cosa.

Claudio Actis Alesina